Volevano uccidere il giornalista ma non ci riescono,  poi producono la versione del complotto sventato
I russi volevano uccidere il giornalista ma non ci riescono, ecco il senso della versione del complotto sventato.

Durante una conferenza stampa, il capo dei servizi segreti ucraini, Wassily Grizak, ha spiegato "abbiamo sventato un complotto russo"...Secondo Grizak, in realtà, la Russia avrebbe elaborato un piano per uccidere il giornalista russo, da sempre oppositore del Cremlino.

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Arkadij Babchenko, giornalista russo noto per le sue posizioni contro il Cremlino, è ancora vivo. Per tutta la giornata di ieri si erano susseguite dichiarazioni di sdegno da tutta Europa per l’omicidio del giornalista, che sarebbe stato raggiunto da tre colpi di pistola mentre si apprestava a tornare nella sua abitazione. Per il suo assassinio era stata incolpata la Russia.  

LA FALSA NOTIZIA DELL’ASSASSINIO

Ma non era vero: i servizi segreti ucraini avevano messo in scena l’accaduto, come rivelato poi dal capo dei servizi segreti ucraini, Wassily Grizak, che, durante una conferenza stampa, ha spiegato che la falsa notizia era stata diffusa una volta ricevuta l’informazione che il Cremlino stava ordendo un complotto per assassinare proprio Babchenko. Secondo Grizak infatti, Mosca aveva già contattato un sicario, offrendogli 40.000 dollari per assassinare il giornalista.

A quel punto, ha poi specificato Grizak, una volta ricevuta la soffiata, i servizi segreti ucraini (SDU) si erano adoperati per far saltare il progetto di Mosca, arrestando il presunto sicario. Si tratterebbe di un criminale locale dell’est Ucraina, che precedentemente aveva combattuto con i secessionisti del Donvan. Durante la conferenza stampa è risultato ancora poco chiaro il motivo per cui è stato inscenato il finto omicidio, per il quale, anche se non era stato ancora ritrovato il cadavere, era già stata incolpata Mosca.

CAPO SERVIZI SEGRETI UCRAINI: “COMPLOTTO RUSSO CONTRO BABCHENKO”

Sempre durante la conferenza stampa, il capo dei servizi segreti ucraino spiegava “Siamo riusciti a sventare una cinica provocazione dei servizi segreti russi, a abbiamo dimostrato l’esistenza di un complotto elaborato dal Cremlino”.

A questo punto, come in una ben curata piecé teatrale, faceva il suo ingresso in conferenza stampa proprio Babchenko, accolto dagli applausi fragorosi da parte dei presenti, che, sorridente, spiegava “Sono ancora vivo, mi scuso con tutti, in particolar modo con mia moglie per ciò che ha dovuto sopportare”. Babchenko ha poi affermato di essere stato fin dall’inizio al corrente del piano dei servizi segreti ucraini.

La notizia della morte di Babchenko era stata data martedì sera, accompagnata da messaggi di solidarietà verso il giornalista e di indignazione da parte di tutta l’Europa verso il governo russo, colpevole di aver ordinato l’assassinio di uno dei pochi giornalisti russi che aveva pubblicamente criticato l’annessione della Crimea e la guerra nell’Ucraina orientale.

Anche il premier ucraino, Wolodimir Groisman, non aveva risparmiato una bordata alla Russia, dichiarando che “la macchina totalitaria del Cremlino non ha perdonato Babchenko”.

LA REAZIONE RUSSA: “GOFFA AZIONE DI PROPAGANDA”

A quel punto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, respingeva fermamente le accuse mosse dai servizi segreti ucraini, mentre la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Sacharova, definiva la vicenda come “una mascherata, inscenata con una goffa azione di propaganda”, aggiungendo sulla pagina Facebook del ministero, che “la notizia migliore è che Babchenko sia vivo”.

Babchenko, da sempre fiero oppositore del Cremlino, aveva lasciato la Russia lo scorso autunno, affermando di non sentirsi più al sicuro, dopo che, in un suo articolo, si era detto indifferente riguardo la sciagura aerea che aveva provocato la morte dei membri del corpo militare Alexandrov Ensamble, i quali erano diretti in Siria, dove avrebbero dovuto cantare per le truppe russe.

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Vittorio Bottillo