Giustizia per Willy

Dal fenomeno “Black lives matter” all'omicidio di Willy, ci si interroga su una gioventù che non ha ancora imparato a superare il limite del concetto di “diversità” che gli appare ancora oggi come qualcosa da eliminare e combattere. Mancanza di sensibilità e forse paura del diverso che trasforma la violenza ingiustificata in “legittima” difesa nei confronti di chi non siamo in grado di capire e accettare e che sembra voler minacciare il nostro concetto preimpostato di “normalità".

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Dagli USA a Colleferro è chiaro ormai come ci sia un forte bisogno di rieducare i nostri giovani a rivalutare il concetto di normalità trasformandolo in empatia e tolleranza nei confronti del prossimo.

La violenza che si sta scatenando nei confronti del “diverso” ormai dilaga nei telegiornali di tutti i giorni: soltanto alcuni giorni fa, un sedicenne con sindrome di Down, è stato ucciso in Sudafrica mentre andava a comprare dei biscotti; Linden invece, 13 anni, autistico, è ricoverato in gravi condizioni in ospedale dopo essere aggredito dalla polizia locale e infine ad Acerra un ragazzo sperona e uccide la sorella perché non accettava la sua relazione con un compagno transgender.

Questi e tanti altri sono eventi di cronaca ormai entrati nel quotidiano delle nostre case e che ci invitano a riflettere sull'educazione dei nostri giovani e su quanto questa società stia facendo dei terribili passi indietro in termini di tolleranza e principi di uguaglianza, in un paese, come l’Italia, che ha sempre dato prova invece di grandi gesti di umanità.

Quella che si è imbattuta sul giovane Willy è stata una violenza insensata, vile e dilagante nei confronti di un ragazzo educato e di buona famiglia che era semplicemente intervenuto a sedare una lite, un gesto di coraggio che nessuno aveva avuto e che gli è costata la vita.

A ciò si potrebbe anche ipotizzare una mancanza di conoscenza, di istruzione e di educazione collettiva: lo studio della lotta alla libertà che hanno costruito la storia di intere popolazioni potrebbero far nascere un sentimento di fraterna empatia.

Altrettanto importante, come nei casi citati prima,sarebbe la conoscenza di patologie come la Sindrome di Down o l’autismo (etc), che non rendono le persone "sbagliate" ma particolarmente bisognose di aiuto o quanto meno comprensione "clinica".

Insomma se nel 2020 si uccide ancora per discriminazioni bisogna certamente che se ne studino le cause per evitare che ciò avvenga di nuovo e abbattere le barriere dei pregiudizi che circondano chi è “diverso”, fino a cancellare la parola stessa dal nostro vocabolario.

A far riflettere sono anche le parole della cugina di Willy, Maria de Lourdes Jesus, che ricorda l’Italia, al suo arrivo nel 1971 come un’Italia con una Chiesa che dava il primo grosso sostegno, una forza sindacale potentissima scesa in campo in difesa dei loro diritti, una forza politica compattamente schierata a favore di tutti i lavoratori, una popolazione antirazzista che all'epoca riusciva ad esercitare un forte controllo sociale.

Allora tutte le forze politiche e buona parte dell’opinione pubblica vedevano nell'integrazione la soluzione dei problemi.

Eppure, quella una minoranza di italiani allora ostile allo straniero, oggi è drasticamente cresciuta e uscita allo scoperto con una violenza brutale che si manifesta soprattutto nei suoi giovani.

Ora la domanda che lei si pone è: Cosa succederà dopo l’assassinio di Willy?

A rendere ancora più aspra la vicenda oggi, è la scoperta che i giovani assassini del ragazzo, sono tutti percettori del reddito di cittadinanza.

E mentre è in corso una raccolta fondi per sostenere le spese della famiglia di Willy, si viene a sapere quindi, che i responsabili andavano in giro ostentando Suv, abiti di marca, orologi di lusso e una vita agiata, facendosi beffa anche della Stato stesso che gli offriva un sussidio riservato a chi realmente ne avrebbe bisogno.

La procura di Velletri ha aperto un’indagine patrimoniale sulla famiglia Bianchi che comunque non porterà Willy in vita ma si spera sia da monito anche per le istituzioni su un maggior controllo in merito al sussidio di cittadinanza.

Quello che adesso ci si aspetta è una pena esemplare, e delle leggi che tutelino l’integrazione e l’educazione per le generazioni future.

Ed è proprio il gesto di Willy, intervenuto per aiutare un amico in difficoltà senza girarsi dall'altra parte, che ci dev'essere da mònito e conservato come esempio; e se questo gesto di umanità è stato fatto da un “diverso” si spera che allora diventeremo tutti un po' più “diversi” e coraggiosi come lo è stato lui.

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FONTI:

Per il contenuto: a) corriere.it 14sett Omicidio Willy "il dramma di mio cugino e l’intolleranza crescente nell’Italia che ci ha accolti"

b) risveglio2000.it 10 sett "Dagli Usa a Colleferro. Vicari (psichiatra): “A salvarci è il gesto di Willy"

c) corriere.it 17 sett "Omicidio Willy, i fratelli Bianchi percepivano il reddito di cittadinanza"

Per l'immagine: ilquotidianodellazio.it

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Valentina Procopio