
La Regione Calabria sbatte i piedi, il Governo illegittima il dpcm regionale della Santelli, i Comuni chiedono chiarezza. E i cittadini? Confusi e preoccupati. E’ ancora guerra alla fine della fase 2, una rottura che crea una crepa nel sistema politico nazionale.
Copyright © All Rights Reserved - We-News.com
Mai come in questo periodo il popolo si sia sentito come un burattino in mano di una politica confusa e anch’essa disorientata.
Ricordate la famosa frase di Benito Mussolini? "Al popolo non resta che un monosillabo per affermare e obbedire. La sovranità gli viene lasciata solo quando è innocua o è reputata tale, cioè nei momenti di ordinaria amministrazione."
L'uomo sarà, per natura o storia, incapace di gestire la propria libertà?
Oppure è vittima di un sistema di sottomissione e attesa, di scelte politiche sbagliate in un mondo dove la politica è solo una continua campagna elettorale?
Su questa onda di polemiche cresce la “falsa ribellione” della Regione Calabria con a capo la governatrice Santelli.
La Santelli, contrariamente a quanto stabilito dal Dpcm firmato dal Presidente del Consiglio Conte tre giorni prima, aveva consentito alla Calabria (Dpcm regionale 30 Aprile) la riapertura di Bar e Ristoranti non solo con servizio d’asporto ma anche con servizio al tavolo purché all’aperto.
Da questa dichiarazione di guerra al Governo (dato il fatto che la Regione può applicare solo misure più ristrettive da quelle emanate dal Governo stesso) non meno rilevante è il rapporto di crisi che l’ordinanza ha creato tra Comuni e Regione.
Improvvisamente la Calabria si è ritrovata più divisa che mai, confusa e disorientata.
|
|
I tavolini già subito sistemati all’esterno dei bar vengono rientrati e poi risistemati ancora una volta fuori, c’è chi esce per un caffè e chi nella confusione preferisce restare a casa.
Per giorni la Calabria ha vissuto sullo sfondo del meme di Checco Zalone che in una scena di Quo Vado dove Checco al telefono con Equitalia che gli chiedeva di entrare mentre la moglie gli chiedeva di uscire, restava confuso su cosa fare.
La prima vittoria di questa guerra politica è per il Governo, il Tar infatti ha bocciato l’ordinanza della governatrice Santelli sulla riapertura anticipata, ma nel frattempo sono passati 11 giorni di smarrimento e caos dove la Calabria ha fatto una guerra per un cappuccino al bar – come cita Repubblica.
In questo dibattito che ancora non sembra essersi concluso, la Calabria aspetta che qualcuno gli indichi come ripartire e di come essere aiutata con lo spettro del Coronavirus sempre a fianco.
Ora, tra chi pensa che alla Calabria sia stato negato il diritto di ripartire e chi invece ringrazia il Tar di rimettere la salute dei calabresi al primo posto, molti sono invece i Calabresi a pensare che sia stata fatta una campagna elettorale sulla loro pelle e molto ancora è lo scontento che si respira.
Quella Calabrese segna l’inizio di una crisi dell’autonomia regionale, che porta persino a mettere in dubbio l’ovvia necessità di mantenerla in vita, mettendo il punto interrogativo sulla loro utilità. Le Regioni sono servite a qualcosa? Cosa hanno fatto per migliorare i territori che amministrano?
Della questione ne sentiremo ancora parlare.
«Quanto ti è piaciuto questo articolo???» ... Aiutaci:
1) Condividendolo sui Social Network;
2) e Registrandoti per Commentarlo QUI sotto.
Grazie di cuore!
FONTI:
Per il contenuto: Repubblica.it Caos di ordinanze sulla riapertura dei bar. Spaventata e confusa, la Calabria resta senza cappuccino
Per l'immagine: calabrianews.com
Valentina Procopio