Legittima difesa: la parola passa al Senato
Legittima difesa: la parola passa al Senato. 

Ore cruciali per la legge sulla LEGITTIMA DIFESA. Con gli italiani sul tema della sicurezza, bisogna essere chiari. I garantisti sostengono che non tocca alle famiglie delle vittime scrivere una legge. I sostenitori della legge la vogliono più incisiva e severa possibile. Ci saranno mediazioni all'italiana? In arrivo la solita legge-compromesso?

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La legittima difesa non può essere a orologeria.

La legge su un tema così delicato non può nascere con il timbro del disco orario.

Troppe le sensibilità in gioco: il dolore di chi è stato vittima, l'onta di chi è stato accusato per aver difeso semplicemente la propria proprietà, casa o bottega che sia, ma anche il desiderio di equilibrio di chi per cultura e formazione politica è lontano dall'idea delle ronde e dei vigilantes e chiede un dispositivo equo ma non giustizialista.

Il testo sulla legittima difesa uscito dalla Camera aveva già messo sul chi va là il Paese: se ci si può difendere, la prima obiezione, soltanto dalle 22.00 alle 7.00, stiamo facendo un invito a violare la nostra privacy alle 21.55, oppure alle 7.05.

In molti, fra il serio e il faceto, tra una battuta e l'altra, erano già pronti a taroccare i propri orologi di casa o del negozio, per dimostrare di essersi difesi nella fascia oraria consentita dalle nuove misure.

Ma tutto è tornato in discussione.

La legittima difesa, prima di entrare davvero nella quotidianità degli italiani, deve tornare nella centrifuga della politica.

Nel senso che il testo dovrà adesso entrare in Senato, dove è destinato per definizione ad essere modificato.

La legittima difesa si sta quindi trasformando in un vero e proprio, deflagrante caso politico, un nuovo fronte polemico fra il PD e i Cinque Stelle, con Matteo Renzi al primo test della sua nuova segreteria dem uscita rafforzata dal voto delle Primarie.

Il riferimento alla legittima difesa "di notte" sta uscendo di scena, anche perchè al Senato senza i voti del Centro-destra e di Forza Italia in particolare la legge non può essere approvata: sarà proprio questo il cavallo di battaglia politico, ovvero l'inciucio, del M5S.

Ma i problemi per Matteo Renzi non nascono soltanto da alleanze improbabili o dai consueti attacchi dei suoi principali avversari politici come era accaduto in relazione al padre all'epoca del caso Alfredo Romeo, bensì dall'interno.

Proprio oggi, primo sabato del mese di Maggio, la segreteria del PD ha dovuto emettere un comunicato per rintuzzare le voci di dissidi fra lo stesso Renzi e il premier Gentiloni sul "confezionamento" della legge sulla legittima difesa.

Il Corriere della Sera aveva attribuito all'ex premier un virgolettato micidiale, in relazione all'attività di Paolo Gentiloni: "Non è pensabile andare avanti un'altro anno così". 

Quella del PD è stata una smentita di stampo classico, dura più che credibile, secca più che convincente: "Quanto viene riportato nell'articolo di Maria Teresa Meli sul Corriere della Sera è completamente destituito di qualsiasi fondamento. Si tratta di virgolettati e ricostruzioni riconducibili soltanto alla fantasia della giornalista".

Insomma, un linguaggio "legalese", alle porte di un dibattito al Senato che dovrà giocoforza "annacquare" o inasprire la legge sulla legittima difesa.

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FONTI:

Per il contenuto: Matteo Renzi smentisce, huffingtonpost.it, 6 Maggio 2017.

Per l'immagine: www.we-news.com 

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Articolo scritto da:

Mauro Suma, il Direttore Responsabile (leggi la sua biografia).