Il nuovo Dpcm è finalmente uscito, tante le restrizioni che si aggiungono alle precedenti, così come tanti sono gli avvertimenti che fanno presagire futuri Dpcm sempre più rigidi e con la paura che si possa prendere la decisione estrema di un nuovo lockdown per ridurre una volta per tutte la crescita dei contagi.
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Il Premier Conte è apparso in televisione nella diretta tv di ieri sera, alquanto stremato e visibilmente dispiaciuto chiedendo agli italiani un ulteriore sacrificio e una maggiore rigidità nel rispettare quelle che ormai sono diventate ordinarie "regole di vita".
Rispetto al precedente Dpcm, ovviamente non ci si aspettava nessuna buona concessione ma inevitabilmente soltanto altre restrizioni.
Il nuovo decreto, che avrà durata fino al 13 di Novembre, è stato deciso e discusso sulla base di una curva di contagi in continua crescita e che bisogna assolutamente evitare che degeneri in un’emergenza sanitaria incontrollabile sebbene l’Italia ad oggi sia sicuramente più preparata alla gestione.
I dati di oggi purtroppo non sono rassicuranti, alla data di ieri i nuovi positivi sono 11.705. I morti 69. Le terapie intensive aumentano di 45 e il rapporto dei nuovi positivi in relazione ai tamponi effettuati è dell’8%, sono invece 500 i nuovi ricoveri.
Il tanto temuto coprifuoco, che tanto riporta i nostri anziani ai tempi della guerra, sembrerebbe che per il momento ci venga risparmiato ma in realtà la “patata bollente” dal governo viene rimandata ai sindaci che potranno chiudere strade e piazze dopo le 21 per evitare assembramenti.
L’eventuale coprifuoco dovrà comunque essere gestito in modo tale che venga garantito l’accesso alle attività esercenti e al rientro dei cittadini nelle proprie abitazioni di rientro per esempio da lavoro o quant’altro.
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Nel mirino tutte le attività che "aggregano
Non cambia l’orario di chiusura per i ristoranti che alle 24 dovranno chiudere le saracinesche, ma ogni tavolo non potrà ospitare più di sei persone, limitando pertanto festeggiamenti di ogni tipo.
Altre restrizioni per bar, pasticcerie e locali che dovranno chiudere alle 18 se non potranno garantire dei posti a sedere.
Potranno invece lavorare tranquillamente, sempre nel rispetto delle norme igienico-sanitarie sia per l’attività di confezionamento che di trasporto, con la consegna a domicilio, cha ha permesso, durante il periodo del lockdown, a molte attività di non crollare.
Le palestre e la richiesta (accolta per il momento) delle Regioni di lasciarle aperte
Mentre non c’è dubbio sull’importanza di mantenere le scuole aperte, resta in dubbio il destino delle palestre su cui molto si è discusso negli ultimi giorni.
Le palestre, così come le piscine e i circoli sportivi pubblici e privati, infatti vengono considerati luoghi particolarmente pericolosi e difficili da gestire, ecco perché vengono rimandate ad una settimana per dargli il tempo necessario per adeguarsi ai protocolli vigenti in materia di distanziamento sociale e sanificazione.
Vietati tutti gli sport di contatto a livello amatoriale, come già in vigore, e da oggi il divieto riguarderà anche le competizioni e le gare che coinvolgono le associazioni e le società dilettantistiche, comprese dunque le scuole per bambini e ragazzi.
Il nodo dei trasporti pubblici e la scuola
Tra le questioni più importanti di cui si è discusso è invece il dilemma del trasporto pubblico che non sembra sia adeguato alle norme vigenti.
Prima di passare ad una restrizione ancora maggiore della capienza dei mezzi pubblici si lavora su un altro fronte sperando di risolvere il problema diversamente: la soluzione potrebbe derivare da un aumento dello smart working che passerebbe al 75% per quanto riguarda i lavoratori del settore pubblico ma che potrebbe coinvolgere anche le aziende del privato.
Sempre per il problema dei trasporti pubblici, saranno gestiti gli orari di ingresso e di uscita dalle scuole in maniera scaglionata, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani, mentre per le istituzioni di livello secondario sarà possibile adottare forme flessibile con l’integrazione della didattica a distanza.
La stessa flessibilità sarà consentita all’Università in base ai percorsi formativi delle singole facoltà e tenendo conto sempre e comunque della curva epidemiologica delle città in cui si trovano.
Stop a fiere, sagre e sale giochi
Ad eccezione delle fiere nazionali ed internazionali, per le quali si seguirà un rigido protocollo, sono vietate invece le sagre e le fiere di comunità mentre sono consentite le manifestazioni pubbliche solo a patto che queste rispettino le norme sul distanziamento sociale e altre misure di contenimento prescritte dal questore.
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FONTI:
Per il contenuto: Corrieredellasera.it "Nuovo Dpcm: palestre e piscine aperte «ma chi non si adegua entro 7 giorni chiuderà», strade e piazze chiuse dalle 21 solo se deciso dai sindaci"
Per l'immagine: clarusonline.it
Valentina Procopio